lunedì 10 novembre 2014

Shakyamuni Buddha

Persone incontrate da Saint' Agostino nel mondo spirituale
Shakyamuni Buddha
Quando la mia vita sulla terra terminò e venni qui in questo regno, vidi chiaramente che le mie opere erano state scritte da un punto di vista molto ristretto e personale. Quando Dio creò gli esseri umani, era il loro unico signore e creatore, ma man mano che la loro vita, le circostanze e i modi di vivere cambiavano, essi si trovarono ad avere dei nuovi padroni, uno dopo l’altro. Nella storia umana, le persone hanno servito tante diverse divinità, oltre a Dio. Allora perché gli uomini non sono capaci di vivere in modo autonomo, senza servire un dio? Come mai hanno il desiderio di qualcosa di supremo? Perché provano un senso di nullità e incompletezza nella loro vita? Perché vogliono affidarsi a un dio? Le persone hanno dovuto cercare Dio o altre divinità per risolvere queste domande.
Che sia sulla terra o nel mondo spirituale, per quanto tempo le persone devono vivere in gruppi separati? Io mi sono reso conto tante volte che questa non è la volontà di Dio. Ho anche visto che Dio non ha sempre un aspetto luminoso e gioioso. Mentre pensavo a tanti diversi aspetti di Dio, decisi di incontrare qualcuno nel mondo dei santi. Per primo incontrai Shakyamuni Buddha per fare un confronto fra la visione cristiana e buddista di Dio. Buddha era molto gentile e umile. Prima di diventare un uomo religioso, era stato un uomo di carattere. Aprì la porta alla conversazione e fin dal nostro primo incontro potemmo parlare di tante cose in un’atmosfera luminosa, senza il minimo imbarazzo.
Per prima cosa gli chiesi: «Vorrei che mi parlassi del Dio che tu hai servito» ed egli rispose in questo modo: «Noi esseri umani desideriamo essere liberati da tanti livelli di lotta interiore riguardo la vita. Vogliamo essere liberati dalla realtà umana della nascita, della morte, della vecchiaia e della malattia e risolvere i problemi della vita». Anche se sulla terra Shakyamuni si era sottoposto a tante pratiche ascetiche logoranti, era riuscito soltanto a concludere che gli esseri umani sono incompleti, che non possono né risolvere né evitare il tormento della nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte. Nello sforzo di risolvere questo problema lottò intensamente per un’infinità di giorni, colpendo il corpo e concentrando la mente, senza che emergesse nessuna chiara conclusione. Non nutriva assolutamente nessun interesse per il mondo perché pensava che la vita di questo mondo non è che un istante, e che perciò le ricchezze, la fama, le gioie e i dolori del mondo non hanno nessun significato.
Continuò: «Oggi tanti buddisti mi ammirano e mi venerano, ma io sono proprio come loro, un essere umile e incompleto; l’unica differenza è che ho scoperto questo prima degli altri. Per portare me stesso alla perfezione, da un essere pieno di difetti e di contraddizioni, ho lottato duramente prima degli altri. In questo processo, con l’aiuto di un Buddha sconosciuto, ho sentito un turbine nella mia mente e ho sperimentato uno stato di annullamento del sé (emancipazione). Attraverso questo sono arrivato a vedere che l’essere umano è un’entità estremamente piccola che scaturisce da un certo essere. Ma se io esprimo questo dicendo che noi siamo esseri che emanano da un qualche Dio….» Shakyamuni si fermò per un attimo a meditare e continuò: «in parole povere, se noi siamo dei piccoli esseri che emanano da un qualche Dio, io dovrei essere in grado di porre fine a questo io ed elevarmi allo stato di rinuncia del sé coltivando e disciplinando lo spirito. Poi, quando in quel momento riceverò un altro essere da Dio, dal quale il mio essere è emanato, penso che il mio piccolo io possa apparire come una piccola parte di Dio».
Buddha spiegò inoltre: «Se, attraverso questa emancipazione, ho risolto in qualche modo i problemi della mia vita, penso che la ragione stia nel fatto che in quello stato ho sperimentato che io sono una parte di Dio che è aiutata da Lui. Credo che tutti gli esseri umani possano sperimentare che sono una parte di Dio capace di servire Dio, e che sono aiutati da Dio. Quando abbiamo un’esperienza del genere, i desideri del mondo e l’avidità personale diminuiscono e scompaiono nel nostro cuore, ed arriviamo ad avere un certa libertà in cui possiamo pensare all’altro mondo. Perciò, l’auto riflessione è assolutamente necessaria per noi». Sentendo queste parole di Shakyamuni fui indotto a pensare così: quello che tutte le persone, compresi i buddisti, i cristiani e i cattolici, sentono in comune è il fatto che le persone che cercano Dio sono sicuramente incomplete e limitate. Io credo che quando troveremo Dio e vivremo con Lui in accordo al desiderio della nostra mente originale, potremo avere la felicità eterna.

2 commenti:

  1. Mentre pensavo a tanti diversi aspetti di Dio, decisi di incontrare qualcuno nel mondo dei santi. Per primo incontrai Shakyamuni Buddha per fare un confronto fra la visione cristiana e buddista di Dio. Buddha era molto gentile e umile. Prima di diventare un uomo religioso, era stato un uomo di carattere. Aprì la porta alla conversazione e fin dal nostro primo incontro potemmo parlare di tante cose in un’atmosfera luminosa, senza il minimo imbarazzo.

    RispondiElimina
  2. Come sapete, io ho sperimentato sia la vita sulla terra che nel mondo spirituale e vorrei illustrare questo argomento sulla base della mia esperienza.
    Per questo ho voluto incontrare Confucio, che gode di grande rispetto e ammirazione da parte di tutte le persone sulla terra. Quando era sulla terra, egli osservava rigorosamente i canoni del decoro persino in cose di poca importanza, come fare un passo. Questo mi incuriosì e gli chiesi perché sentiva di dover vivere in quel modo.

    RispondiElimina

Post in evidenza

L’errore delle divisioni confessionali

L’errore delle divisioni confessionali Tutti protestanti e cattolici, sono partiti centrandosi sull’amore di Dio e servendo Dio come ...

Post più popolari