lunedì 25 maggio 2020

L’errore delle divisioni confessionali

L’errore delle divisioni confessionali
Tutti protestanti e cattolici, sono partiti centrandosi sull’amore di Dio e servendo Dio come oggetto supremo della loro fede. Quindi è sulla base di un grave errore che i protestanti e i cattolici si sono divisi frazionandosi in tanti gruppi e denominazioni. Le loro divisioni si basano su differenze nel modo di vedere la fede, la vita e l’universo alla luce delle parole di Gesù. Tuttavia, non servono forse tutti il solo ed unico Dio, e non è forse vero che le loro idee fondamentali affermano, anziché negare, l’esistenza di Dio? Dal punto di vista di Dio, parlare di Cattolicesimo, Ortodossia orientale, Protestantesimo, Chiesa Presbiteriana, Battista etc. è semplicemente stupido. Questa divisione tra le confessioni religiose è un oltraggio a Dio, poiché Dio vede tutti gli uomini allo stesso modo come Suoi figli. A questo punto vorrei presentare l’opinione di un altro sacerdote. Egli indagò sulla realtà della divisione tra le sette e sollevò molte questioni teologiche riguardo questo problema su tanti livelli.
Oltre al Protestantesimo e al Cattolicesimo c’è un’infinità di altre religioni. Il Dio che servono è diverso oppure rappresentano tutte lo stesso, unico Dio? Perché gli esseri umani cercano Dio e anelano al mondo dell’aldilà interrogandosi su di esso? Qual è la natura di Dio e la natura originale dell’uomo, e come differiscono queste nature? Si tormentò su queste questioni per lungo tempo. Ogni paese ha un gran numero di religioni diverse eppure, alla fine, si prefiggono tutte il raggiungimento del bene e la creazione di un’unica comunità umana. Questo ci fa capire che la religione è essenziale e indispensabile per la vita dell’uomo e che non possiamo mai prendere alla leggera l’influenza che essa ha sulla nostra vita. Allora, da dove viene il desiderio religioso e perché non riusciamo mai a fare a meno della nostra religiosità? Da dove viene la religiosità dell’uomo? Perché desideriamo ardentemente Dio e cerchiamo di aggrapparci a Lui? Se le persone non si affidano al Dio assoluto, cercano comunque di affidarsi a qualche essere: si inchinano, ad esempio, davanti al mare, a un fiume o a un albero, e cercano di deporre i pesi della loro vita ai piedi di qualche divinità. Da dove viene questo tipo di natura?
Malgrado il nostro costante desiderio di essere perfetti, perché non possiamo fare a meno di vivere come creature imperfette? Perché non possiamo decidere le questioni che riguardano la nostra vita e la nostra morte?  Perché la maggior parte delle persone vive ogni giorno nell’ansietà e nell’insicurezza di un domani incerto? Queste erano le domande che angustiavano questo prete. Secondo il suo racconto, intraprese la via della religione perché sentiva che non poteva vivere una vita normale e avere una famiglia mentre era tormentato da queste domande. Ma anche nel corso della sua vita religiosa, non riuscì a trovare una soluzione fondamentale ai problemi della realtà umana. «Come possiamo dire che Dio esiste, quando non possiamo neppure vederLo o parlarGli tranquillamente?» – si domandava. Ma anche se nella sua ricerca religiosa nutriva tanti dubbi sulla vita, non poté abbandonare la religione. Questa fu la sua vita sulla terra.
Dopo aver concluso la sua vita terrena seguendo la religione ed essere venuto nel mondo spirituale, i suoi dubbi continuarono. Tuttavia, quello di cui si è reso chiaramente conto qui, è che nel mondo spirituale le diverse religioni possono servire il loro fondatore, ma le divinità che servivano sulla terra non si possono vedere da nessuna parte – il loro oggetto di fede è l’unico Dio. Un giorno qualcuno stava tenendo una conferenza ad una grande folla. L’oratore parlava con fervore e diceva: «Non esiste nessun Dio per noi, esistiamo solo noi». All’improvviso, però, tutta l’area si oscurò e scoppiarono tuoni e fulmini in un vortice di vento. Dopo un po’ l’oscurità se ne andò, apparve una luce splendente e si poté udire una voce tonante che diceva: «Io, Jahvè, sono il Creatore di tutta l’umanità. Senza inizio né fine, c’è un solo, unico Jahvè». Tutti i presenti tremavano, mentre l’appassionato oratore era già scomparso.
Quello che il prete capì, attraverso questa esperienza, è che, quantunque ci siano tante religioni e denominazioni diverse, le loro uniche differenze sono nel modo di servire Dio, e che per tutti noi esiste un solo Dio, Jahvè, il Dio di tutte le genti. In quel momento, finalmente, poté mettere completamente a tacere i dubbi che l’avevano tormentato per tutta la vita e iniziare a concentrarsi solo a servire Dio. Disse che voleva comunicare con fiducia a tutte le persone religiose che sono alla ricerca, che hanno degli interrogativi e si tormentano come lui, che esiste un solo oggetto supremo della nostra fede. Sosteneva che le divisioni fra le confessioni sulla terra sono sorte dal pensiero sbagliato dell’uomo, e che se tutta l’umanità servisse l’unico Dio, non ci sarebbero scismi tra le sette. In conclusione, sottolineò che Dio potrà riposare tranquillo solo quando le diverse religioni si uniranno, e la pace dell’umanità si realizzerà soltanto quando serviremo il solo e unico Dio.
11 maggio 2000

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