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la giovinezza
Generalmente le persone
nascono dai loro genitori, crescono con gli insegnamenti dei loro genitori,
obbediscono a loro, condividono l’amore con loro e si sposano con la loro
benedizione. La mia vita, tuttavia, sotto tanti aspetti fu diversa da questo
modello normale. Fu così singolare che scrissi addirittura le mie Confessioni!
Sin dall’infanzia, ignorando le suppliche accorate di mia madre di servire Dio,
seguii la strada opposta; dal momento che Dio non si può vedere, io sono sempre
vissuto con un atteggiamento di disobbedienza nei Suoi confronti e questo deve
aver fatto soffrire tremendamente i miei genitori. A quel tempo, le ammonizioni
dei miei genitori suscitavano soltanto ribellione nel mio cuore ed io pensavo
solo a come sfuggire alle restrizioni della fede e vivere liberamente. Man mano
che i giorni passavano, questa mia tendenza prese sempre più piede e non davo
ascolto a nessuno. In questo modo, con le cattive amicizie, caddi nella
fornicazione, cosa che mia madre detestava di più, nonché nella dissipazione,
nell'indulgenza e persino nel furto.
Non avevo né la
determinazione di abbandonare quella cattiva condotta, né il desiderio o la
speranza di un’alternativa a quel genere di vita. Quanto ai miei studi, assunsi
un atteggiamento passivo nei loro confronti, pensando che erano un mezzo per
soddisfare le aspirazioni e le richieste dei miei genitori, anziché un mio
desiderio personale che aveva qualcosa a che fare col mio futuro; così non mi
dedicai allo studio. Non potevo essere contento di quella vita depravata, e
questo è stato l’aspetto più triste della mia vita passata. Frequentando sempre
degli amici dissoluti, li spingevo a fare altre cose cattive, mentre mostravo
loro aspetti ancora più depravati di me stesso.
Pensavo che il figlio che
avevo avuto fosse un frutto della mia vita terribile. Il nostro rapporto era
lungi dal rappresentare anche solo l’amore comune che c’è fra genitori e figli.
Vivevo come mi pareva, senza accettare l’intromissione di nessuno e senza
sottostare a nessuna regola; questo era il mio atteggiamento e il mio modo di
vita a quel tempo. A quell’epoca le persone a cui davo meno importanza erano
prima di tutto Dio, poi i miei genitori e in terzo luogo la mia donna; non
avevo la benché minima preoccupazione o interesse per loro. In breve, posso
dire che la mia gioventù fu un lungo periodo di miserabile indulgenza. Allora,
come ha potuto un disgraziato imperdonabile come me cambiare e diventare
Sant’Agostino, che oggi è ammirato da così tanti cristiani? Cos’è intervenuto
per creare la mia realtà presente? Penso che siano stati soprattutto la
perseveranza e le preghiere devote di mia madre, nonché l’amore infinito di
Dio.
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