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Le confessioni di
Sant’Agostino dal mondo spirituale
1. La vita di Sant’Agostino
sulla terra
l’infanzia
In tutta la mia infanzia, io
(Sant’Agostino) non ho avuto nessuna caratteristica speciale di particolare
rilievo. Se ero diverso dagli altri bambini, tuttavia, era per il fatto che ero
fortemente influenzato da mia madre, Monica, che viveva in costante preghiera
facendo sacrifici spirituali per suo figlio, e aveva l’idea che ogni cosa, dal
cielo alla più piccola delle creature, ha origine in Dio. Quand’ero bambino,
mia madre faceva delle preghiere molto lunghe ed io, dovendo aspettare tante
ore che le sue preghiere finissero, spesso mi addormentavo accanto a lei per la
noia insopportabile. Durante le sue preghiere molte volte sgattaiolavo via e me
andavo in giro per la città, cercando gli amici e i luoghi di divertimento, e
lei doveva vagare per tutta la città alla mia ricerca.
Dopo un po’ cominciò ad
impartirmi un’educazione rigorosa su Dio. Mi insegnò che Dio è presente persino
nei sassolini e nei granelli di sabbia sulla strada. Quando indulgevo
eccessivamente in pensieri piacevoli o nei divertimenti, lei mi ammoniva in
tanti modi diversi, dicendo, ad esempio, che avevo un sacco di cose da fare per
Dio. Mi insegnò in più di un’occasione che, dal momento che noi esseri umani
siamo creati da Dio, sarebbe un tradimento dimenticare la Sua grazia. Quando
era l’ora di mangiare, consacrava ogni cibo sulla tavola e rendeva grazie a
Dio, dicendomi: «Non dimenticare mai di essere grato a Dio, perché tutti questi
cibi sono preparati da Lui». Anche in molte altre maniere mi inculcava la fede
in Dio. La sua vita era dedita solamente a servire Dio, che per lei
rappresentava tutto il significato della sua esistenza.
La sua espressione di fede
era totalmente diversa da quella delle altre persone. Poiché crebbi in
un’atmosfera del genere, il mio impulso ad andare in giro liberamente con i
miei amici veniva represso dalla sua fede. Quando questo desiderio diventava
incontrollabile, spesso scappavo via. Era più divertente e interessante andare
fuori a giocare con gli amici perché non dovevamo parlare di Dio. Col passare
del tempo, mi trovai a godermi la vita in una direzione opposta agli
insegnamenti di mia madre.
Intanto nella mia mente si
faceva strada la domanda in che modo si può avere la certezza dell’esistenza di
Dio, che è invisibile. Poiché la mia opinione cominciò a tendere verso la negazione
dell’esistenza di Dio, avevo il forte desiderio di andare nell’altra direzione.
Preferivo stare insieme agli amici a conversare del più e del meno che pensare
agli ammonimenti di mia madre. Dopo tutto quel periodo, spesso ero in
disaccordo con la visione di Dio coltivata da mia madre. Nonostante ciò, la
devozione e lo zelo di mia madre nei miei confronti non cambiarono mai e non si
raffreddarono neanche un po’, anche se, man mano che i giorni passavano,
continuavo a lamentarmi fortemente della sua educazione, in modo sempre più
esplicito. Alla fine mi incamminai sulla strada dell’indulgenza e della
dissipazione.
19 aprile 2000
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