lunedì 25 maggio 2020

Nota dell’editore

La vita, la fede e il pensiero di Sant’Agostino sulla terra
Nota dell’editore:
(Questo racconto di Sant’Agostino è basato sul suo libro “le confessioni” [tradotto da paul m. Bethel, pubblicato da Moody press) nonché sul gidokkyo sajeon (dizionario del cristianesimo, pubblicato da giddokyo munhwasa) e il segye cheolhak daejeon (grande dizionario della filosofia mondiale pubblicato da seonggyun seoguan).
Sant’Agostino nacque nel 354 a Tagaste in Numidia, una regione dell’Africa settentrionale che a quel tempo era sotto la dominazione romana. Il padre, Patrizio, era pagano, mentre la madre, Monica, era una fervente cristiana. Sin dall’infanzia la madre lo educò a glorificare il nome di Cristo. Santa Monica è una delle donne della storia del Cristianesimo che gode di grande ammirazione e rispetto essendosi distinta soprattutto per l’amore e la sincerità verso suo figlio.
Ma nonostante queste origini familiari, Agostino trascorse la maggior parte della sua giovinezza nell’indulgenza, ribellandosi a Dio. All’età di sedici anni non riuscì a controllare i suoi impulsi sessuali e peccò. Il nome della donna coinvolta non si conosce, ma si pensa che Agostino debba averla amato tanto, almeno per un po’ di tempo. All’età di diciotto anni ebbe un figlio, di nome Adeodato, e in seguito le persone lo chiamarono “un figlio di Dio”. Mentre viveva a Cartagine si interessò profondamente al Manicheismo, un pensiero che combinava il Cristianesimo con le religioni orientali, e cercò la via della salvezza interessandosi profondamente alla castità e alla continenza. Mentre aderiva al Manicheismo, continuò a sollevare domande sull’origine del male e l’essenza della vita. Aspettava ansiosamente che Fausto, un eroe del Manicheismo, arrivasse a risolvere i problemi essenziali della vita per mezzo della ragione umana.
A Cartagine Agostino acquisì padronanza della filosofia greca e romana, così come della retorica, della letteratura, della musica e della matematica. Con tutta questa conoscenza, lottò per risolvere i problemi della sua vita, solo per scoprire che stava semplicemente accumulando tante domande senza trovare le risposte. Pur mantenendo dei concetti sbagliati sulla causa, l’essenza e l’origine del male, dichiarò una completa separazione dal Manicheismo. Nel 384 si trasferì a Milano dove incontrò Sant’Ambrogio, grande vescovo e maestro di retorica, e attraverso i suoi convincenti sermoni alla fine decise di abbracciare il Cristianesimo.
La sua comprensione di varie filosofie, inclusa quella platonica, servì a stimolare la sua comprensione del vangelo. La notizia della sua conversione procurò una grande gioia alla madre Monica. Dopo aver testimoniato il cambiamento di vita del figlio, Monica rimandò nel Nord Africa la compagna di Agostino e guidò il figlio a dedicare la sua vita solo a Cristo. Alla fine il lavoro di Dio iniziò in modo nuovo per Agostino, ma Sant’Ambrogio non era ancora convinto che egli avrebbe dedicato tutta la sua vita a Cristo. Da quel momento in poi, Agostino iniziò a scrivere le Confessioni dove dice così:
«Le mie lacrime non potevano fermarsi a causa del rimorso e del dolore che mi scuoteva dal profondo dell’animo. Il mio peccato era così immensamente pesante, che non avrei mai potuto toglierlo con le mie forze». Secondo il suo racconto, un giorno, mentre era con un amico di nome Alipio, gli parve di udire una voce simile a quella di un fanciullo che ripeteva: «Prendi e leggi». Agostino interpretò quelle parole come un’esortazione divina ad aprire le Scritture e a leggere il primo passo che gli capitava. Perciò, aprì al versetto Romani 13: 13–14 dove lesse: «….non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri». A quel tempo aveva trentadue anni. Poiché ogni giorno la sua vita si faceva più santa e il suo spirito cresceva, assieme al figlio e all’amico Alipio ricevette il battesimo dal Vescovo Ambrogio la vigilia di Pasqua. Monica fu molto commossa da questo, vedendo come le sue preghiere erano state finalmente esaudite.
Monica consigliò Agostino di ritornare nella sua città natale a diffondere il vangelo. Mentre Agostino si preparava a tornare nel Nord Africa assieme alla madre, al figlio e a pochi amici, seguendo il consiglio di Monica, ed era in attesa che la nave salpasse dal porto romano di Ostia, Monica improvvisamente si ammalò e morì. Nelle sue Confessioni Agostino fa una esposizione elaborata degli eventi che precedettero la morte della madre. Più tardi, quando anche il figlio, che era la sua unica speranza, morì a Tagaste, Agostino fu afflitto da un dolore e da una pena indicibili. Si liberò delle poche eredità che aveva, formò una piccola comunità e si dedicò interamente alla preghiera, allo studio della Bibbia e alla scrittura. Da allora in poi, il nome di Agostino cominciò ad essere conosciuto in tutto il territorio africano.
Agli inizi dell’anno 391, mentre faceva da coadiutore al Vescovo Valerio nella città portuale di Ippona, gli fu chiesto da Valerio di succedergli nella carica. Dapprima rifiutò fermamente l’offerta, ma alla fine l’accettò. Da allora in poi, la sua opera sacerdotale iniziò su vasta scala. Le sue Confessioni rivelano dettagliatamente con quale sincerità praticò la fede durante tutta la sua carica ecclesiastica. Mentre era vescovo si concentrò unicamente ad interpretare e insegnare la Bibbia, e la sua conoscenza spirituale basata sulla Bibbia ebbe un impatto enorme nel corso delle generazioni. La sua vita passò dall’oscurità alla luce attraverso Cristo. Credendo che la salvezza è un dono libero della grazia di Dio agli uomini, non ebbe alcuna esitazione a diffondere questa verità. Stabilì una solida dottrina sull’esistenza di Dio, la creazione, la realtà del male e via dicendo, e questa ha esercitato un’influenza fondamentale su tutto il mondo cristiano.
Mentre Agostino si dedicava a scrivere e a diffondere il Vangelo, l’Africa del Nord venne invasa dalla tribù pagana dei Vandali, che attraversarono l’intera area strappando alla dominazione romana le città, comprese Ippona e Cartagine. Agostino incitò tutti i vescovi a non dimenticare il loro gregge e resistette con forza agli invasori. Nonostante ciò, Ippona fu completamente occupata dalla tribù pagana. Agostino morì il 28 agosto 430 all’età di settantasei anni.
Occupandosi delle dottrine e delle filosofie che a quel tempo minacciavano la fede cristiana, Agostino stabilì e rafforzò la comprensione ortodossa della verità cristiana. Ad esempio, contro l’interpretazione manichea del problema del male, Agostino difese la bontà di Dio e delle Sue creature; attraverso le polemiche con i Donatisti, organizzò la dottrina ecclesiastica, il canone liturgico e la dottrina della provvidenza; e attraverso la polemica con i Pelagiani, sviluppò le dottrine sulla caduta dell’uomo, il peccato originale e la predestinazione. Quando nel tredicesimo secolo Tommaso d’Aquino reinterpretò Aristotele, la filosofia di Sant’Agostino fu stabilita come la teologia cattolica ortodossa; essa esercitò un’influenza su tutto il mondo cristiano nel Medio Evo ed ispirò in modo determinante grandi riformatori religiosi quali Martin Lutero e Giovanni Calvino.

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